In occasione el 1° Congresso First della Federazione Toscana si è parlato di vecchie e nuove povertà. "Gli emarginati nuovi sono molti di più e i più diversi, non solo gli immigrati e i poveri storici ma anche lavoratori, pensionati, disoccupati, tutti "portatori di handicap", ciascuno in modo diverso ma tutti ugualmente esclusi dalla società, dalla produttività e da un futuro economicamente sostenibile". (video)
L'uomo è cercatore di senso. Rubo questa frase per accompagnarci in questo percorso di condivisione e riflessione del dibattito congressuale, che ci vede non solo trarre le conclusioni di un'attività pluriennale ma soprattutto di progettare le politiche che ci guideranno nei prossimi anni.
Gli ultimi anni sono stati capaci di rovesciare le sorti e le certezze di molti, non solo nella nostra categoria, per le note dolorose vicende che hanno travolto lavoratori e risparmiatori , ma anche per il resto del mercato del lavoro, non solo nei nostri confini geografici ma anche nel resto del mondo. Non avremmo mai creduto che l'Inghilterra avrebbe abbandonato l'Europa oppure che la stessa scelta potesse essere fatta da altri, né avremmo pensato di immaginare chi sarebbe stato il nuovo presidente degli Stati Uniti d'America. Nessuno avrebbe accettato di perdere diritti, adesso perdiamo posti di lavoro, reddito e non solo, questo perché in maniera unilaterale pochi decidono per il destino di molti.
La ricerca che dobbiamo fare è quella che ci permette di recuperare il vero senso del lavoro che è per l'Uomo e non l'Uomo per il lavoro; l'abbiamo sentito dire spesso, ma adesso che molto è perduto, è l'unico paradigma che ci può salvare: rimettere la Persona al centro è una priorità improrogabile, come titolano le tesi congressuali della Cisl, per evitare la perdita di dignità e la creazione di nuove divisioni ed emarginazioni come bene ci chiarisce il rapporto Caritas. Gli emarginati nuovi sono molti di più e i più diversi, non solo gli immigrati e i poveri storici ma anche lavoratori, pensionati, disoccupati, tutti "portatori di handicap", ciascuno in modo diverso ma tutti ugualmente esclusi dalla società, dalla produttività e da un futuro economicamente sostenibile. Quindi come ci ha ricordato anche un collega ipovedente: "mi chiamo Luca, io non sono il mio problema, la mia malattia", è indispensabile valorizzare l'elemento umano nel lavoro e nella società, indipendentemente dagli "handicap" che ciascuno porta con sé.
Dobbiamo dare ai nostri colleghi e alle loro famiglie ascolto, accoglienza e una contrattazione lungimirante ed efficace, capace non solo di recuperare ciò che economicamente abbiamo perso, e che difficilmente tornerà. In questa società liquida dovremo imparare a dare risposte trasversali, trasformare l'attesa di certezze in ricerca di possibilità comuni. Don Milani diceva che dal problema se ne esce tutti insieme e mai come ora è necessario. Spesso dimentichiamo che noi siamo "la domanda" che regola il mercato, i pochi detentori del potere nulla possono se i consumatori non li scelgono ma altrettanto spesso ci lasciamo trasportare da quello che "fanno tutti", da ciò che non ci richiede riflessione o impegno, da quello che ci sembra "figo".
Bene lo sanno le multinazionali, ma potremmo saperlo anche noi volendo!
I prossimi anni ci vedranno impegnati a fare una contrattazione nuova e molto impegnativa, non si tratterà più di confermare le solite norme e cercare di portare a casa quattro soldi in più. Dovremo costruire attraverso i tavoli una contrattazione di qualità che dia risposte e sostegno ai lavoratori , partendo da ciascuno di noi in tutti i livelli dell'Organizzazione. L'obiettivo deve essere la costruzione di piattaforme dove il lavoratore ha le tutele economiche e normative "necessarie", entrando nel merito di materie che prima non trattavamo in maniera estesa (la sicurezza, il welfare , le reti territoriali) per poter dare maggior valore ai soldi spesi nella contrattazione dei premi, soldi che se immessi in welfare territoriale e spesi sul territorio diventano opportunità lavorative e di crescita economica, come avviene già in alcune sperimentazioni. Come Coordinamento Donne, Politiche di Parità e di Genere abbiamo partecipato apportando il nostro contributo, la nostra sensibilità sulle problematiche, raccogliendo il relativo materiale in vademecum e guide per dare risposte concrete ai problemi emergenti dalla conciliazione tempi di vita/lavoro, utili strumenti per il lavoro dei sindacalisti.
Ognuno di noi è portato a seguire schemi predefiniti, di conseguenza la sfida più grande è vincere le nostre certezze, la paura di affrontare ciò che non conosciamo e tutto ciò che cambia il nostro tran tran quotidiano. Occorre sapersi mettere in gioco, aprirsi al cambiamento, allargando le nostre competenze e conoscenze, puntando sulla nostra empatia, perché solo così potremo scorgere "Luca" e non il suo problema per dare vita ad un nuovo "Umanesimo del Lavoro".
Grazie a quanti hanno collaborato alla realizzazione dell'evento "Oltre gli scalini" che speriamo ci aiuti, regalandoci la voglia di cercare insieme le risposte migliori ai nuovi bisogni di domani.
Coordinamento Donne e Politiche di Parità First Cisl Toscana
(video Seminario. Interventi di: Leonardo Becchetti, Alessandro Martini e Sabrina Brezzo)