06 Dic 2013
Disdetta CCNL BCC, i risultati dell'incontro con la Presidenza di Federcasse

Il testo del comunicato stampa unitario delle federazioni nazionali di FABI, FIBA CISL, FISAC CGIL, UGL SINCRA, UILCA in seguito all'incontro con Federcasse tenutosi il 5 dicembre in seguito alla disdetta del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro delle Banche di Credito Cooperativo.

Ieri, 5 dicembre, si è tenuto l'incontro richiesto dalle OO.SS a seguito del recesso dal CCNL comunicatoci in data 26 novembre.

Non sono emerse novità sostanziali rispetto alla ragioni sottese ad un atto senza precedenti, che tuttavia è stato derubricato da Federcasse come una formalità finalizzata a favorire un confronto costruttivo!?

Le argomentazioni del recesso addotte da Federcasse, genericamente riassumibili nella necessità "urgente" di rivedere un CCNL stipulato solamente dodici mesi fa, sono sintetizzabili nella pretesa di più flessibilità e meno costi non meglio specificati.

Ma di quali costi e quali flessibilità si tratterebbe?

Nel primo caso si adduce l'onerosità di un CCNL che non è tale anche comparativamente e che, viceversa, ha realizzato un articolato e lungimirante impianto di strumenti per prevenire e governare le tensioni occupazionali a costi sostanzialmente invariati.

Il profilo solidaristico e la lungimiranza di quel CCNL sono stati universalmente riconosciuti.

Nel secondo caso Federcasse avanza una generica richiesta di flessibilità in presenza di ampie possibilità già presenti nel CCNL e mai utilizzate.

Nessuna regola, tanto meno quelle che disciplinano i rapporti di lavoro sono immutabili nel tempo. Tuttavia per operare cambiamenti utili occorre condividere l'analisi e un progetto.

Se esiste un pensiero strategico di sistema che ne delinei un futuro sostenibile e coerente con il presupposto mutualistico è giunto il momento che venga compiutamente delineato.

Lo abbiamo insistentemente chiesto a Federcasse perché è questo l'unico modo per impostare un progetto, anche contrattuale, che sia utile.

Ma questo è quanto non c'è! Il recesso dal CCNL, diversamente da quanto affermato, dimostra nei fatti che si vorrebbe semplicemente scaricare l'onere dei limiti strutturali del credito cooperativo sui lavoratori rendendoli più deboli, molto più vulnerabili e fortemente esposti a tentazioni dirigistiche, gestioni autoreferenziali, squilibri reddituali spesso riconducibili a tali limiti aggravati da conflitti d'interesse più che frequenti.

Se le intenzioni fossero state ispirate da onestà intellettuale sarebbe bastato un confronto serio e argomentato come è accaduto in tante circostanze, non ultima quella del rinnovo del CCNL 21.12.2012.

Ma evidentemente è in corso una mutazione genetica del Credito Cooperativo, che intende fondare il rapporto con i lavoratori e con le loro OO.SS sulla retorica di maniera, sulle imposizioni e sulle minacce.

Come si dovrebbe interpretare l'ipotesi di un confronto con la pistola alla tempia rispetto ad una disdetta unilaterale che, in assenza di accordo, produrrebbe la cessazione di tutte le previsioni del CCNL?

Questa arroganza strumentale di una "nuova generazione di imprenditori" rischia di archiviare irrevocabilmente la stagione delle scelte condivise e costruttive, ma anche della cultura cooperativa autentica, sempre più spesso sostituita dalle auto blu e da atteggiamenti elitari.

Lo affermiamo con forte preoccupazione ma, ribadiamo la nostra volontà assoluta nel difendere il credito cooperativo da questa involuzione "predatoria", le cui conseguenze sarebbero evidenti anche sulla tenuta dell'occupazione e sulla sopravvivenza dell'argine contrattuale che ha impedito sino ad oggi l'uscita dal sistema di attività e lavoratori.

Il 19 dicembre è convocata la riunione nazionale unitaria dei quadri sindacali per condividere la gravità della situazione ed impostare le necessarie e conseguenti azioni.