27 Set 2016
Museo della fiducia e del dialogo per il mediterraneo

Il Territoriale di Pisa con FIRST SOCIAL LIFE a Lampedusa. Un'esperienza che lascia il segno, "l'accoglienza ispirata dall'amore dei lampedusani deve diventare un esempio per tutto il mondo!"


Nello splendido scenario dell' isola di Lampedusa, tra le meraviglie naturali del mare e della terra e le devastazioni umane che troppo spesso accadono in quelle acque, una rappresentanza della First Cisl Territoriale di Pisa insieme al segretario generale regionale della Toscana ha partecipato, per alcuni giorni, alle attività del Museo della fiducia e del dialogo per il mediterraneo.
Questo museo realizzato su proposta di First Social Life, con la collaborazione del comune di Lampedusa e Linosa, della regione Sicilia, dei ministeri dei beni e delle attività culturali e turismo e degli affari esteri e della cooperazione internazionale ed infine con la collaborazione della presidenza della Repubblica, vuol essere il primo passo verso un cammino per l' integrazione e la collaborazione tra i diversi popoli che si affacciano sul Mediterraneo.
Attraverso l' esposizione di preziose opere d' arte provenienti dai più grandi musei dei paesi mediterranei (Galleria Uffizi, Firenze; Museo Nazionale del Bardo, Tunisi; Galleria regionale della Sicilia, Palermo; Musei civici di Venezia; MUCEM, Marsiglia e molti altri ancora) si vuol proporre una metafora che, attraverso gli oggetti esposti, offra una sintesi visiva della storia millenaria che ha distribuito e rimescolato sulle rive del Mediterraneo gli oggetti e le culture di tutti i popoli che vi si affacciavano. Millenni di storia hanno visto passare in queste acque traffici commerciali, scambi culturali, migrazioni e guerre. Lampedusa si trova proprio al centro di tutti questi incroci ed oggi è di nuovo diventato il crocevia tra Europa (cui appartiene politicamente) ed Africa (cui appartiene geograficamente, essendo più vicina alle coste tunisine che non a quelle siciliane) ed è di nuovo lo scenario di una migrazione disperata di uomini, donne e bambini in fuga dalle guerre, dalle violenze e dalla fame.
Ogni opera esposta nel museo è legata alle altre per il valore sociale, perché strumento per orientarsi, per pregare, per riconoscere e per riflettere. Il visitatore può ammirare la testa di Ade (recentemente restituita alla Sicilia dal Paul Getty Museum di Los Angeles, dove era stata illegalmente esportata); un pregiato astrolabio del XIV secolo; dettagliate mappe nautiche del cinquecento e seicento che provano la superiorità delle scienze astronomiche delle scuole islamiche medievali; alcune teche, molto toccanti, contenenti oggetti recuperati in mare dopo il naufragio delle imbarcazioni dei viaggi della speranza, oggetti appartenuti a donne, uomini e bambini che avevano un grande sogno ma non sono riusciti a toccare terra; una pregevole selezione di pani artistici ed oggetti legati al sale; ed un capolavoro del Caravaggio "L' amore dormiente", che il pittore realizzò nella vicina isola di Malta nel 1608 e che nelle fattezze ricorda il piccolo Aylan Kurdi, il bambino siriano naufragato vicino alle coste turche e rinvenuto senza vita sulla spiaggia di Bodrum, che ognuno di noi ha ben impresso nel proprio cuore come simbolo delle tragedie che quotidianamente devastano questo mare. "Se l'arte può farci riflettere sulle nostre capacità di essere solidali, ben venga questo collegamento, per quanto astratto, o addirittura, blasfemo possa apparire" dice Eike D.Schmidt, direttore della Galleria degli Uffizi, che in sostanza riporta all'essenza di questa esposizione: l'arte deve farci riflettere e far sviluppare in ogni popolo mediterraneo la fiducia verso gli altri e spingere verso il dialogo per la pace e l'accoglienza

Concludo con un auspicio preso a prestito di nuovo dal direttore Schmidt, che condivido in pieno, "l'accoglienza ispirata dall'amore dei lampedusani deve diventare un esempio per tutto il mondo!"

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