04 Giu 2015
Professione sindacalista

Oggi il "sindacalista" romantico, che gettava il cuore oltre l'ostacolo nella difesa dei diritti dei lavoratori non è più sufficiente anche se la passione rimane alla base del "fare Sindacato". La conoscenza degli eventi, una chiave di lettura degli stessi da diversi punti di vista (economico, giuridico, di relazione, ecc.) e quindi una preparazione del sindacalista a 360 gradi (come si usa dire) diventano l'elemento di successo nella difesa della professionalità e della dignità del lavoratore.

Il periodo storico odierno misura il Sindacato dell'anno 2015, impegnandolo in una difesa attiva dei lavoratori nei luoghi di lavoro. Attraverso l'assistenza che i rappresentanti sindacali debbono assicurare anche in occasione dei ricorsi relativi ai giudizi professionali.

Le complesse problematiche legali di compliance(*) e normative, che recentemente hanno così impattato sulle regole per lo svolgimento dei compiti e delle mansioni sia sulle governance delle nostre aziende, necessitano infatti un elevato grado di professionalità e conoscenza non sempre valorizzato nei giudizi attribuiti al personale.
Questo comporta la necessità di presentare ricorso per vedersi assegnare il giusto giudizio.
Durante gli incontri previsti a norma dell'art.74 del CCNL, è prevista la presenza del rappresentante sindacale a sostegno delle ragioni che il lavoratore avanza a motivazione del suo ricorso.
Quella del sindacato è una partecipazione attiva come di un "avvocato" a sostegno delle ragioni avanzate dal lavoratore. Per far questo c'è bisogno di essere ben informati sul caso: è necessario ascoltare il lavoratore ed è altrettanto necessario che il lavoratore dia ampia ed esaustiva comunicazione al rappresentante sindacale.
Poter intervenire implica infatti la conoscenza sia dei fatti che delle dinamiche aziendali, la conoscenza dei differenti climi aziendali propri di ogni unità produttiva. Della storia e capacità professionale e comportamentale dei diretti responsabili dell'unità produttiva che hanno redatto la valutazione. Vuol dire raccogliere ed individuare le discrepanze, la malafede, l'incuria e/o solo la superficialità nelle dinamiche espresse.
Vuol dire essere a conoscenza delle norme, delle policy aziendali, insomma al dirigente sindacale è richiesta una professionalità, un'attenzione alle problematiche pratiche e quotidiane della sua azienda da cui è impossibile prescindere. Per questo è di vitale importanza che ogni Organizzazione e/o movimento sindacale tuteli, supporti, accompagni in attività formativa i propri dirigenti sindacali aziendali, ecco perché è così importante la figura del responsabile di RSA per la crescita e la presenza del movimento sindacale nelle nostre aziende.
Inoltre l'accompagnare il lavoratore nel suo ricorso significa crescere nel proprio ruolo, significa acquisire dimestichezza con le problematiche interpretative ed applicative delle norme, significa saper individuare e segnalare bug, incongruenze, errori e/o contraddizioni nelle normative aziendali. Significa acquistare credibilità da parte dei lavoratori, dei dirigenti aziendali e dei relativi capi del personale. Vuol dire crescere sempre di più nell'utilizzo di tale strumento di difesa.
Vuol dire agire una conquista prevista da una norma contrattuale che vede il lavoratore non solo come un soggetto passivo nell'ambito del processo valutativo ma un soggetto attivo di un diritto pieno che impatta sul rispetto, la dignità e la professionalità propria di ogni lavoratore. Che dà un senso ed una ragione alla sua fatica ed al suo crescere professionalmente. Aumenta, inoltre, la democrazia partecipativa all'interno delle nostre aziende. E ricorda ad alcuni manager e/o dirigenti che il lavoro ed i lavoratori non sono merce o eccedenze professionali, ma risorsa come persona piena di bisogni, aspettative e di significato.
E' bene sapere che in molti più casi i ricorsi vengono accolti, in particolare quando la difesa del lavoratore e la rappresentazione dei fatti è stata espressa con efficacia, l'azienda rivede il giudizio precedente, accogliendo positivamente il ricorso.

(*) La "funzione di Compliance" ha il compito di verificare che "le procedure interne siano coerenti con l'obiettivo di prevenire la violazione di norme di etero regolamentazione (leggi e regolamenti) e autoregolamentazione (codici di condotta, codici etici)" al fine di evitare rischi di "incorrere in sanzioni, perdite finanziarie o danni di reputazione in conseguenza di violazioni di norme legislative, regolamentari o di autoregolamentazione". Il concetto di compliance in azienda è solitamente associato anche al concetto di onestà ed etica nei comportamenti spesso in relazione a veri e propri codici etici o principi deontologici dei settori di appartenenza.