03 Feb 2014
"Bitcoin" e Antiriciclaggio, come si lavano i soldi sporchi

Il 27 gennaio 2014 il vice presidente della Bitcoin Foundation è stato accusato dai procuratori federali degli Stati Uniti di cospirazione per riciclare più di un milione di dollari in moneta virtuale. L'accusa è di aver consentito ai clienti di scambiare anonimamente denaro contante in cambio di moneta virtuale.


Cos'è il Bitcoin?
Il Bitcoin (ideato nel 2009 da "Satoshi Nakamoto") è una valuta digitale che, creata attraverso l'utilizzo di un software open source, permette, senza la presenza di un intermediario bancario, in pieno anonimato, dunque con piena non tracciabilità, di essere scambiata fra due soggetti interessati ed anche di essere convertita in monete a corso legale.
I rischi
È intuitivo come la peculiarità dell'anonimato può non solo assecondare la nascita di mercati illegali regolati attraverso un semplice e immediato pagamento in Bitcoin, ma anche favorire il riciclaggio di denaro sporco che viene usato per acquistare Bitcoin che poi serviranno per comperare sia beni del tutto "puliti" sia beni illegali, quali armi e droga, come nel caso statunitense. Ed infatti queste preoccupazioni legate al Bitcoin e derivanti dalla sostanziale "non tracciabilità, hanno indotto la procura federale di Manhattan ad agire sulla considerazione che i Bitcoin, così come ogni altra valuta tradizionale, possono essere riciclati e utilizzati per alimentare attività illegali.
Anche in Italia il Procuratore Generale di Roma, Luigi Ciampoli, ha evidenziato come "numerose attività di riciclaggio e di conseguente finanziamento di attività illegali sfruttino sapientemente il settore informatico", definendo appunto "pericolosissimo" il fenomeno del Bitcoin.
I rimedi
In relazione al particolare problema dell'uso illegale del Bitcoin derivante dalla sua non tracciabilità, lasciando così da parte tutti gli altri aspetti che meriterebbero comunque ampia discussione, non si può che auspicare una legalizzazione delle monete virtuali facendole rientrare nel perimetro normativo che regola l'uso dei mezzi di pagamento ai fini dell'applicazione della legge antiriciclaggio. Inoltre e non è del tutto secondario, emerge l'esigenza che chi amministra piattaforme di scambio dei Bitcoin abbia il dovere di segnalare alle autorità le attività sospette che vi si possano svolgere.
La ratio della legalità appare prioritaria rispetto a pur comprensibili desideri di innovazione creativa. È preferibile contrastare chi decide di utilizzare le nuove forme di moneta a fini illeciti, per permettere così a tutti gli utenti che agiscono nella legalità di poter non solo usufruire della moneta virtuale, sia essa Bitcoin o altra, ma anche a favorirne un suo viluppo. Perché se una crescita senza regole portasse ad un uso precipuamente illegale questo comprometterebbe lo sviluppo di tutti le cyber monete.