17 Gen 2014
Operazione antimafia in Toscana

Arrestate sei persone accusate di aver agevolato il clan camorristico dei Casalesi (http://goo.gl/u096S5).
Abbiamo chiesto su questo fatto di cronaca un commento ad Alessandro De Lisi – Direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco

 

"Questa ennesima operazione delle forze investigative toscane, portata a termine con successo, sottolinea la preoccupante area grigia degli interessi criminali delle mafie nella regione.
L'apparenza di legalità e quindi la relativa partecipazione delle ditte controllate dai camorristi alle gare d'appalto in qualità di sub appaltatori, denota la disponibilità di una ampia rete locale di favoreggiatori in camicia bianca.
Infatti la piccola borghesia professionale, commercialisti, avvocati, notai, geometri, architetti e via così, sono il corpo diplomatico degli uomini delle cosche, capaci di dare una ripulita e una presentabilità indispensabili per essere accolti nel mercato toscano.
Quindi non possono bastare le attività investigative - seppur di successo - mentre la società civile volge lo sguardo e gli interessi altrove, non possiamo aspettare il morto o le bombe per reagire.
Le mafie sono il cancro finanziario e culturale che sta divorando il mercato e l'economia in Toscana, come già avvenuto in Sicilia ai tempi di Ciancimino e della mafia del lavoro, e che rischia di uccidere anche gli anticorpi civili e sociali se non reagisce la comunità del sindacato e del lavoro, della cultura e degli intellettuali.
Occorre dire no, scacciare dagli ordini professionali chi fa affari con le cosche, dire no alle gare al massimo ribasso, no al ricatto finanziario dei benefattori mafiosi: servono economia di comunità e finanza etica, credito e fiducia civile, un patto sociale per la tutela del territorio e delle comunità - un marchio toscano "mafia free" a tutela delle imprese perbene e degli enti locali - e un disciplinare regionale di responsabilità sociale capace di aggredire a monte gli eventuali interessi mafiosi".